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Il Disturbo d'Ansia Sociale, comunemente conosciuto con il termine "Fobia Sociale" è una manifestazione clinica che nel tempo è divenuta oggetto di studio da parte di numerosi autori: già nel V secolo a.C. il padre della Medicina, Ippocrate, descriveva le persone affette da questo disturbo come soggetti timorosi ed evitanti le relazioni, il confronto e i giudizi. Allora, si credeva fosse solo una forma di "timidezza" ma oggi, dopo accurati studi nelle neuroscienze e ricerche cliniche, sono stati individuati specifici quadri psicopatologici e modelli esplicativi. Nella prima parte del saggio, Chiara Impilloni descrive gli elementi che caratterizzano la Fobia Sociale, considerandone l'incidenza, la patogenesi, i criteri diagnostici e le manifestazioni cliniche ad essa associate. Particolare attenzione è stata posta ai confini diagnostici del disturbo con le ipotetiche sovrapposizioni con altri quadri clinici di severa entità (ad es. psicosi schizofreniformi). Nella seconda parte invece, analizza l'importante ruolo che l'infermiere assume nella gestione e nella cura del disturbo. L'infermiere, in quanto professionista della salute, ha il potere e il dovere di relazionarsi con il fobico.