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"Tra immagini di ritualità domestica, versi altalenanti a costruire quasi una chiusa filastrocchesca ('Bianco e nero'), proclami ed attestazioni di amore totalizzante, sguardi fugaci ma che infilzano la realtà, circospezioni lucide sul dramma esistenziale del tempus fugit che motivano l'attuazione di comportamenti atti a provvedere a efficaci carpe diem, Fucarino con la sua tecnica linguistica piana e diretta, consegna al lettore squarci di un'esistenza come tante, inserendosi in quel filone della poesia che preferisce adottare un procedimento induttivo nel rapportarsi al mondo. Si parte dal particolare, per giungere all'universale. È così che il nostro riesce a intraprendere quel viaggio difficile ma necessario verso l'oltre della parola scritta". (Dalla prefazione di Lorenzo Spurio)