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In una Trastevere travolta dalla speculazione edilizia e da un'ambigua modernità, Ciancavino, vecchio e salace assaggiatore di vini dei Castelli Romani, conduce un'esistenza vivace e pittoresca. Con affetto e bonomia vigila sul nipote e sulla combriccola di adolescenti suoi amici, con cui insieme combina stravaganti e divertenti avventure. Mette su una "gatteria" per tenersi sempre allenato, producendo però allegri disastri ed attirandosi invidie gratuite. La storia si snoda con delicatezza, fino alla crescita dei ragazzi ma anche alla scelta di vita di Ciancavino. Forse in quest'opera più che in altre Maffeo, intrinsecamente poeta dal gusto fantastico e surreale ma non surrealista, dà prova di questo saper riportare i gesti quotidiani a una dimensione più alta e robusta, dischiudendo scorci del tutto insospettati. Si presta cioè quale garante e testimone della lieta irruzione del sacro nelle nostre normalissime vicende, sfoderando grande libertà ed autorevolezza, come solo capita ai grandi, ed anche a loro nemmeno sempre.