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Quando la sete di giustizia conduce alla rivolta. Cosa può avere ancora da dirci, oggi, la storia di un mercante tedesco di cavalli della metà del sedicesimo secolo? Cosa può farne un racconto assolutamente moderno, al punto che Kafka stesso lo idolatrava, fino a ricreare nel suo "Processo" lo stesso clima di oscura angoscia, in cui il protagonista viene condannato per una colpa che non ha commesso e che ignora, ma che tuttavia sente vera, lasciandosi alla fine scannare "come un cane"? Si tratta dello stesso labile confine tra innocenza e colpa, causato dal conflitto tra legge e giustizia, tra suddito e autorità, tra individuo e Stato che vive Michael Kohlhaas. Adattato per il teatro e alcune volte per il cinema, questo fulminante racconto di Kleist pubblicato nel 1808 pone ancora importanti domande sul rapporto tra il cittadino e il potere. Postfazione di Giuliano Castigliego e in appendice la "cronaca antica" da cui Kleist trasse l'idea del racconto.