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Di notte, sotto la pioggia, in piedi accanto ai cassonetti dell'immondizia di una strada di Napoli, Marta punta la luce di una torcia su un pacco di fogli, tenuti insieme da uno spago. La scrittura fitta, senza veli, racconta una storia che viene da lontano: è l'inizio di un percorso, di un intreccio tra lettura e vita. Amir, soprannominato Nefàs, corre da quando era bambino. Corre a Kerèn, in Eritrea, a piedi nudi sulla terra rossa dell'altopiano natio, corre sull'asfalto di Asmara, dove impara cos'è la felicità, e in Italia, nel cortile di un centro di accoglienza, dove scrive su fogli bianchi istantanee della propria vita, come fossero foto. Due storie parallele, due viaggi tra passato e presente, un'unica meta.