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La contemporaneità è composta da secoli densi e pieni di contraddizioni, diversissimi tra loro se li si guarda da lontano eppure pieni di intrecci e di nessi qualora lo sguardo si avvicini per meglio comprendere le ragioni di questo o di quel passaggio. Per leggere le grandi novità che si affollano in questo primo ventennio degli anni Duemila occorre quindi portarsi tutto dietro, senza lasciarsi distrarre dall'apparente lontananza dai problemi che erano propri degli uomini e delle donne del passato. E questo perché la contemporaneità si nutre ancora resto del lascito delle due grandi rivoluzioni settecentesche, che hanno plasmato un modo totalmente nuovo; con il risultato di forgiare un'epoca caratterizzata dalla rapidità del cambiamento, dall'inedita intensità delle passioni e dei progressi. La contemporaneità è quindi come un intricato labirinto, edificato dagli uomini secondo forme bizzarre e all'apparenza prive di ragione, così come spesso irrazionali appaiono le scelte di questo o di quel governante.