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In filosofia, come in psicoanalisi, si tratta di saper interpretare il presente, di cogliere qualcosa di ciò che accade, mentre accade. E solo così che si può trasformare il mondo. Gli autori di queste pagine riflettono sul senso del "ritorno" della questione dell'Uno - come godimento, Ab-soluto o Reale - nell'attuale panorama filosofico e psicoanalitico. Un ritorno che è tale se si pensa a come il Novecento sia stato, dopotutto, il secolo dell'Essere e dell'Altro, del Tempo e della Relazione. L'Uno torna come anti-No-vecento e lo fa incarnandosi in alcune istanze antifenomenologiche e antiumanistiche che caratterizzano il dibattito contemporaneo internazionale. Qual è allora il significato di quell'"anti-"? Che rapporto ha, se un rapporto c'è, quell'"anti-" (e dunque il ritorno dell'Uno) con la dialettica, tipica della perversione, tra la Legge - quella del Novecento - e la sua trasgressione? Che cosa significa, in altri termini, "l'Uno senza l'Altro"?