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In questo racconto l'autore ci fa conoscere in modo molto semplice attraverso vere e proprie esperienze di cammini fatti, le cose che ci circondano, e che, come spesso capita, vediamo ma non osserviamo con quell'attenzione che ci permetterebbe di capirle e di goderne il vero "senso". Ci porta nel bel mezzo della natura, che da sempre, molto generosamente, anche nostro malgrado, ci offre: profumi, panorami, albe e tramonti. Ci porta a rivedere il rapporto con le persone, e, nel limite delle disponibilità di ognuno di noi, a scambiare le reciproche esperienze e cogliere là, dove fosse possibile, il vero fine della nostra esistenza. Attraverso alcune brevi e intense escursioni di cammini, che non sono "camminate" in plein-air, ma accenni di introspezioni sperimentate in prima persona o tramite esperienze esterne, ci conduce a capire che se nel corso della nostra esistenza si riuscisse a togliere solo un po' di quella pellicola che è l'indifferenza, riusciremmo a fare in noi stessi percorsi di grande stupore.