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Lo stimolo di questa narrazione è stato dato dai famigliari dell'autore, ai quali raccontava di tanto in tanto episodi della sua infanzia. La storia riguarda ambienti del centro storico di Bitonto nel periodo immediatamente successivo alla seconda guerra mondiale e ai primi degli anni cinquanta e persone che ivi vivevano e sopravvivevano, "l'umanità dolente" della Sagra dei SS. Medici, vera protagonista della narrazione. I richiami autobiografici sono inevitabili, anche se questa non è l'intenzione dell'autore. Un insieme di storie, che costituiscono la storia. Lo scopo è quello di evitare una "damnatio memoriae", naturale dopo tanti anni e talvolta pilotata, e di riportare alla mente valori, umori, sentimenti autentici che rischiano l'oblio, vittime di una colonizzazione culturale continua, che privilegia la mediocrità nel nome del consumo.