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"Bunker" è un progetto concepito per contaminare luoghi diversi tra loro, come l'acqua che si adatta a tutti gli spazi, da luoghi storici a istituzioni museali, senza perdere, ma rinnovando il forte impatto emotivo, una drammaturgia che si evolve in un continuo dialogo con lo spazio architettonico. Quando fuori tutto si trasforma in macerie, quando la moralità e l'umanità crollano nell'angoscia e nella miseria, in un tempo incerto, non garantito da nessun valore permanente, si crea un argine di paura e terrore. La nostra realtà precaria mette in pericolo l'economia, la finanza, l'ambiente, la natura, mette in pericolo l'uomo. Michele Giangrande mira a scardinare la rappresentazione congelata del mondo, mette in scena un'entità in divenire, in un divenire libero. Lo fa con un progetto esperienziale itinerante, dove l'arte dimostra, con caparbietà intellettiva, la volontà di dissezionare il pensiero, privandosi di un sistematico supporto delle categorie, senza sezionatura moderna delle arti ormai lontana nel tempo, ed oggi, perduta del tutto. L'artista si arma dei diversi medium e soluzioni del fare e realizza un'operazione ambiziosa e complessa dove ogni opera è senza titolo.