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Una sorta di 'filo marrone' attraversa, lungo mezzo secolo, la produzione non solo poetica di Lino Angiuli. Un 'filo marrone' innestato nell'intima, calda e profonda relazione con l'orizzonte antropologico che egli ha spesso chiamato "matria", con riferimento a una Puglia vissuta, tradotta, trascritta come residenza privilegiata dell'anima mediterranea nonché come sorgente inesauribile di poesia. L'itinerario qui proposto dallo stesso autore si snoda attraverso una selezione di testi, tutti editi ad eccezione dell'introduzione, accompagnati da 'scatti' appositamente offerti da sei artisti della fotografia (sei quante sono le province pugliesi e le sezioni della raccolta).