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Chi sia il Bepi praticamente ogni bergamasco (e non solo) lo sa. O forse no. Anzi, sicuramente no. In pochi, infatti, ne hanno saputo cogliere l'animo sfumato, spesso contorto, in costante evoluzione, delineatosi attraverso una ventina di lavori discografici, una serie innumerevole di concerti e diverse trasmissioni TV. Nato come mero personaggio di cabaret che, attraverso l'autoironia ed il dialetto, prendeva in giro la provincia bergamasca e i suoi abitanti, col tempo il Bepi è divenuto un portavoce, musicale e non, di qualcosa di molto più profondo che faceva leva anche (ma non solo) sull'inflazionatissimo concetto di orgoglio. Un orgoglio da non interpretare sempre e solo come pugno battuto sul petto, ma pure come presa di coscienza di ciò che andava necessariamente migliorato e portato ad un altro livello affinché risultasse sempre più difficile, anche per chi non ama i bergamaschi, trovare pretesti che avallassero facilmente i luoghi comuni.