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"Il Padre nell'Arte e nel Tempo", tema vastissimo, immenso, inesauribile. Tre anni di lavoro, quasi trecento pagine. All'inizio del libro, spalanca le braccia ad ogni lettore un meraviglioso Padre eterno del Bellini che introduce la Genesi narrata da Michelangelo sulla volta della Sistina, dove nello slancio di Dio Padre Onnipotente verso Adamo, il mantello assume il profilo del cervello umano, del pensiero, sede della scintilla divina, presenza di Dio nella mente umana. Adamo, a immagine e somiglianza di Dio. Adamo, il primo Padre dalla cui costola Dio trasse Eva, la più sublime creazione della Sistina. Un racconto che, attraverso capolavori dell'arte (quasi trecento) e le parole, prende spunti dall'Antico Testamento (i Patriarchi) al Nuovo, da Omero, "luce mai vacillante nel buio", dove Ettore è quasi sinopia del padre cristiano, a Virgilio che narra Enea, Ovidio che narra Dedalo e Icaro, e Sofocle Edipo. Seguono i Padri del pensiero filosofico (Socrate, Platone, Aristotele). E poi il Padre putativo, Giuseppe, che conduce al centro del libro, il Padre Nostro, insegnato da Gesù, subito dopo le Beatitudini. Quanti capolavori d'arte, dalla nascita alla risurrezione! Seguono i Padri della Chiesa d'Oriente e d'Occidente e San Benedetto, padre del monachesimo. Una beatitudine è stato scrivere il capitolo del nostro Padre Dante, padre della nostra lingua e della Nazione. Incomparabile bellezza della Divina Commedia, il più grandioso tentativo di dare una risposta globale, ai grandi interrogativi della condizione umana. Ne è venuto un libro, e qui ne diamo un anticipo. E poi il Padre padrone, non solo quello di Santa Barbara, e infine i padri e i figli del nostro tempo, con tutti i rapidi cambiamenti, concludendo con il nostro Manzù: i bei ritratti dei tre figli e le sue lettere, raccolte nel libro "Da un gesto d'amore". Nella sua premessa Remo Morzenti Pellegrini scrive: «Avere l'opportunità (e il piacere) di osservare i vari modi in cui gli artisti, seguendo i protagonisti della cultura mitologica, religiosa e umanistica, hanno dato forma alla paternità spinge, infatti, a riflettere sull'evoluzione e i mutamenti che questa ha subito nelle varie epoche, consentendoci di focalizzare l'attenzione su alcuni aspetti cruciali della sua storia collettiva, ma regalandoci anche la sorpresa di raffigurazioni colme di intima tenerezza, come il bacio di Ulisse a Telemaco nel noto quadro ottocentesco di Henri-Lucien Doucet o il gesto sapiente e delicato di Giacomo Manzù, padre e artista, che scolpisce il busto del figlio Mileto. In breve, "Il Padre nell'Arte e nel Tempo" ci esorta a cogliere la natura sempre in fieri della paternità, che, sotto l'egida del rispetto reciproco e della crescita condivisa, si costruisce grazie a un articolato processo di relazione interpersonale tra genitore e figlio, ma anche tra famiglia e società, tra il sé e gli altri». Nel breve saggio Marvi del Pozzo oltre a farci sentire l'incanto sovrumano della sua poesia, «non solo per ciò che Dante dice, ma per come lo dice», mette in rilievo: «un'attenzione alla lingua non più legata alla dimensione della città, ma prefigura unità territoriali più ampie. Questo è un aspetto di grande modernità ed innovazione... Egli ha in mente infatti una lingua "nazionale"». Byron nella Profezia di Dante lo riconosce, infatti, come il precursore e fondatore dell'Italia ventura.