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Tutti pensavano: A me non potrebbe mai capitare. I tristi episodi di cronaca, che spesso vedono come protagonisti i bambini, sono narrati dai media, e quasi sempre dagli stessi sono liquidati, come tragici colpi del destino. In realtà tali eventi sono logiche conseguenze di azioni (omesse o commesse) sulle quali, con la giusta preparazione, si avrebbe avuta piena discrezionalità. La causa prima di tali tragedie è l'inconscia trasposizione tra il concetto di pericolo e quello di rischio, tale per cui agli occhi di un adulto il rischio legato a un determinato ambiente, quale può essere una vasca da bagno, una pentola di brodo bollente, una piscina o il parcheggio di un cortile, erroneamente e inconsciamente viene scambiato per pericolo, assumendo così lo stesso valore per sé e per il bambino sul quale si sarebbe dovuto supervisionare. Con questo volume si fornisce un metodo, uno strumento di prevenzione e sicurezza, che consentirà dapprima di vedere l'eventuale pericolo presente in un ambiente e, secondariamente, di valutarne il rischio ad esso legato in funzione del soggetto che frequenta l'ambiente in questione.