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Tre racconti distinti, tre storie diverse, diversi personaggi, epoche e generazioni differenti, ma un filo conduttore comune: il luogo in cui queste storie trovano vita, tra Cagliari e il Campidano, e un ritratto che viene ritrovato nella seconda metà dell'ottocento dal protagonista della prima storia e che rappresenta il volto di suo padre. Un volto che viaggia nel tempo, di generazione in generazione, dalle macerie della dominazione spagnola all'unità d'Italia sino ad arrivare ai giorni nostri; un volto nel quale tutti i protagonisti dei racconti si riconoscono. Il viaggio di un'identità, quella sarda, che si cristallizza coll'avanzare del tempo; un unico protagonista che attraversa due secoli per spaccarli, che pianta una lancia nei complessi meccanismi che fanno muovere il mondo per renderlo quasi apparentemente statico e fuori dal tempo stesso, com'è d'altronde lo scorrere della vita in Sardegna. Un viaggio in cui la vita e la morte, l'estasi e la noia, l'amore e l'odio, l'unione e la solitudine si prendono a braccetto e si mischiano senza che vi sia discriminazione e differenza.