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«A distanza di ormai sette anni dalla pubblicazione del volume primo di questo nostro lavoro esplorativo sul "sistema" ormativo formatosi a tutela del "made in Italy" in particolare e, più in generale, per il rispetto della corretta informazione del consumatore sull'origine territoriale degli alimenti, questi autori pagano ai loro lettori il debito di aggiornare e integrare uno scenario legislativo e giurisprudenziale che, come era facilmente prevedibile, nel frattempo è ben lungi dall'essersi semplificato. In realtà è continuata la singolare gara tra il legislatore UE e quello nazionale nel tentativo di dare una corretta e completa informazione al "consumatore", "europeo" ormai e non più solo nazionale, sull'origine territoriale non solo del prodotto alimentare finito, ma anche dei suoi ingredienti o quantomeno di quelli più significativi sul piano della qualità. Un'informazione, questa, peraltro esposta all'insidia della disinformazione quando degenera nell'esaltazione di una virtù territoriale sopravvalutata, quando non persino inesistente. Il tutto nella necessità di dipanare il consueto intreccio, tutto italiano, tra sanzioni amministrative e sanzioni penali per i casi di abusi su questa informazione (...)» (dalla premessa)