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Il tempo del Carnevale rappresenta il momento "selvaggio" della fine dell'inverno e dell'inizio della nuova stagione, caratterizzato dall'irruzione di figure di confine, maschere animali, personaggi che richiamano il mondo dei morti e che portano con sé il germe della forza vitale, l'energia che produce il risveglio della natura e preannuncia la crescita e la fertilità dei nuovi raccolti. Questo mondo selvaggio si presenta sotto le forme di una contiguità tra l'uomo e l'animale: i travestimenti, le maschere, alludono a un mondo in cui le caratteristiche proprie dell'umano e dell'animale si confondono e si intrecciano. Tra queste figure spiccano in modo particolare quelle dell'Uomo Selvaggio, l'essere umano che assume attributi e aspetti del mondo animale, e l'orso, l'animale che più di tutti si avvicina all'uomo e sembra presentarne un'immagine deformata. Si tratta di figure simboliche che provengono da tempi e spazi lontani per raccontare qualcosa che appartiene alle nostre origini comuni. L'orso assume attributi e funzioni simili in contesti molto diversi, quali il mondo dei Sámi in Finlandia o i cacciatori-raccoglitori del Nord America, rappresentando il confine tra il mondo della natura e il mondo umano, tra l'animalità e la faticosa costruzione dell'umanità; un processo che è perdurato per secoli, forse per millenni, e che ancora non può dirsi compiuto.