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Il medioevo si presenta come un tema storico sfuggente. Sul piano popolare continua ad alimentarsi di visioni immaginifiche. Sul terreno degli studi resistono invece rappresentazioni incerte, che tendono a scindersi, diversificarsi e polarizzarsi. Mutuato dagli illuministi ma già presente negli intellettuali delle humanae litterae del XV e XVI secolo, persiste, malgrado tutto, il modello di una età lunga e decadente, priva di progressi sostanziali e dilapidatrice di risorse. Legata ad una pluralità di tradizioni, ricorre, all'opposto, la rappresentazione di una età eminentemente sublime, religiosamente mistica, concentrata sui valori della spiritualità e dell'ascesi. Il concetto di medioevo è stato assunto poi come modello universalistico, applicabile a tutti i contesti globali, alla storia di tutti i popoli e alla totalità dei processi diacronici, mentre, da altro versante, lo si è fortemente legato, sul piano anche sincronico, al «medioevo» d'Europa, con forti accenti etnocentrici e occidentalisti. È un rincorrersi allora di paradossi e aporie, spesso irrisolvibili, su cui lo storico degli Annali di storia cerca di far chiarezza, con la proposizione di alcune chiavi di lettura.