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Roma e il Mediterraneo: un rapporto complesso, che evoca conflitti egemonici, migrazioni, incursioni predatorie, rivolgimenti religiosi. Nell'orizzonte geopolitico del Mare nostrum, dai tempi pagani ai secoli della Chiesa, la città eterna cambia pelle e ridefinisce i propri ruoli, con discontinuità sovente traumatiche, mentre insiste a rivendicare la propria universalità. Anche quando si riduce a una città di piccole dimensioni, come avviene tra il IX e il X secolo, Roma rimane Caput mundi, per il suo passato di potenza e il suo presente di capitale della cattolicità. Nel corso della sua lunga storia essa non smette inoltre di rispecchiarsi e di ritrovarsi nelle acque, nei tòpoi e nei miti del suo fiume, il Tevere, mentre rinviene brani significativi della propria identità nel suo antico porto di Ostia, nei commerci, nelle navigazioni d'altura, nelle sue difese costiere. In questo orizzonte, materiale e immateriale, erompe allora un mondo di relazioni, in cui approdano religioni, convengono pensatori pagani e cristiani, si stanziano eserciti e predoni, villeggiano papi e si sedimentano miti.