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La breve storia dell'architettura in Sicilia di Enrico Calandra fa luce sulle zone d'ombra, i territori di confine, la specificità di linguaggi che si nutrono del rapporto tra le culture locali o viciniori con quelle d'importazione, di volta in volta reinterpretate nella creazione del nuovo. Pubblicata nel 1938, essa esercita ancora oggi tutto il suo fascino, trattandosi di un'opera in divenire, aperta, che spinge a cercare ulteriormente e sollecita, quando non suggerisce esplicitamente, nuovi percorsi da esplorare. L'eredità di Calandra, di studioso e docente, può essere riassunta in questa costante tensione alla ricerca, condotta con rigore filologico e profonda intelligenza critica, oltre che nella generosa, non comune, capacità di condivisione.