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L'esperienza giornalistica di Arrigo Benedetti può essere letta come una tenace, continua riaffermazione del valore della stampa: "No cari amici, i giornali non sono come le scarpe. Possono finire al macero, ma qualche cosa di loro resterà". Così ad esempio egli si rivolgeva, in un magistrale editoriale del 1950 pubblicato dall'"Europeo", ai direttori dei quotidiani italiani. Questo forte monito ai colleghi direttori, spesso distratti rispetto ai doveri direttamente derivanti dal loro ruolo, può essere considerato anche come una sorta di manifesto del modo di fare giornalismo di Arrigo Benedetti: la stampa vissuta non come "merce" di consumo, ma come strumento di coloro che hanno ricevuto un mandato dalla pubblica opinione, quello di informare e di costruire una società migliore.