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Pubblicato per la prima volta nel 1907, "Le meraviglie del Duemila" di Emilio Salgari, uno dei primi romanzi di protofantascienza del panorama italiano, interpreta i nostri giorni immaginati da un uomo del primo Novecento. Ancorato al passato ma già proiettato nel futuro. Toby e Brandok, grazie alla scoperta di un principio attivo presente in una pianta esotica, riescono a viaggiare nel tempo, trovandosi scaraventati in un futuro prossimo. Dal 1903 agli anni 2000. In un arco di cent'anni trovano una realtà totalmente differente, fatta di macchine volanti, metropoli in cui lo stile di vita si fa sempre più caotico e una umanità che sembra impazzita. Immaginando la realtà futuribile, Salgari sembra addirittura predire l'invenzione di tecnologie come la televisione e la plastica. Quest'opera fondamentale, "riscoperta" dai Futuristi, offre uno sguardo estremamente interessante sul nostro presente immaginato, descritto da uno scrittore che ha fatto dei viaggi il perno della sua narrativa. Dall'esotismo della giungla indiana alla giungla della società Occidentale. Attraverso la lente deformante di un grande autore del Novecento italiano.