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Il ritmo ternario della Sarabanda, antica aria di danza del Cinquecento, è il filo conduttore di questo lavoro. Una poesia, un racconto breve e un'immagine fotografica, alternate per nove volte, cercano di cogliere e imprimere nella mente e nell'anima del lettore, i tratti essenziali della contemporaneità. Sarabanda è anche il senso principale che l'autore ricava da questa sua esperienza: l'armonicità, che è caratteristica originaria della danza spagnola così come dovrebbe esserlo della vita, si è persa in una baraonda in cui l'amicizia è solo basata sulla necessità reciproca, il sesso è in gran parte a pagamento, neanche i preti sono affidabili e l'unica manìa e panacea per tutti i mali sembra essere diventato il cibo. Non una composizione da lieto fine dunque, né una ricetta per ritrovare l'armonia perduta, ma solo un insieme di riflessioni sulla vita, sui sentimenti e sui valori dispersi da questa nostra modernità, dominata dal caos e dalla confusione.