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Nel 1946, poco prima dell'inizio della "guerra fredda", Ilja Ehreburg compì un viaggio attraverso gli Stati Uniti. Ne ricavò una serie di impressioni, giudizi e annotazioni di costume che trasmise ai lettori sovietici in numerose corrispondenze giornalistiche. Successivamente rielaborò questo materiale pubblicando l'agile volumetto che proponiamo al giudizio dei lettori. Ovviamente, il tempo trascorso ha in gran parte modificato l'angolo visuale col quale vanno lette queste pagine, nel senso, cioè, che non è più l'America la protagonista del racconto, bensì quella che fu l'Unione Sovietica. O, per meglio dire, quella cerchia di intellettuali, tra i quali Ehrenburg occupa un posto di primo piano, che senza rinnegare la propria adesione al Partito comunista, hanno sollevato, con i propri scritti, e spesso pagando duramente per il loro anticonformismo, l'indilazionabile esigenza di un profondo rinnovamento sociale, politico e culturale del loro grande Paese. Questo libro ci mostra chiaramente su quale retroterra storico poggi la svolta impressa più di venti anni fa nella terra dei Soviet da Mikhail Gorbaciov.