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«Tutti intelligenti, ma ciascuno in partito diverso dagli altri»: così erano descritti i sette figli maschi del famoso scrittore palermitano Luigi Natoli. Sebbene meno conosciuti del più illustre padre, furono a loro volta personaggi abbastanza straordinari, a suo tempo quasi tutti schedati dal Regime fascista come oppositori, a ragione o (talvolta) a torto. La narrazione delle vite dei sette fratelli, ricostruite e documentate essenzialmente attraverso i fascicoli del Casellario Politico Centrale e della Polizia Politica, comincia durante la Belle Époque, continua sui fronti della Prima Guerra Mondiale, attraversa la dittatura fascista e arriva fino alla Repubblica; e spazia da Palermo a Parigi, da Madrid a Berlino, da Casablanca a New York, dal Cile all'Africa Orientale Italiana. Questo non è il racconto di vicende familiari: piuttosto la storia vera di uomini singolari, sempre condizionati da una bruciante passione politica che li mise spesso l'uno contro l'altro e ne influenzò profondamente le traiettorie esistenziali. Non un romanzo, ma le vere storie di uomini singolari.