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"Dopo il 4 aprile" di Gaspare Morfino vide la luce a Palermo nel 1861, l'anno della proclamazione dell'Unità d'Italia, a pochi mesi di distanza dalla vittoriosa conclusione della spedizione dei Mille in Sicilia: di qui la scelta di presentarlo ai fruitori come racconto contemporaneo, narrazione quasi in presa diretta degli eventi memorabili che avevano portato alla liberazione della città di Palermo e dell'Isola. All'indomani di quei fatti che avevano infiammato il popolo siciliano e l'avevano visto attivamente partecipare alla cacciata del Borbone, la rievocazione per via narrativa dei momenti gloriosi era così funzionale a tenere vivo e anzi ad alimentare l'ardore patriottico per il completamento dell'Unità. Secondo una prassi al tempo diffusa, nel racconto di Morfino la storia s'intreccia a elementi che appartengono all'universo del popolare. L'autore evita opportunamente di cedere al patetismo di molta letteratura sentimentale ottocentesca. Fa sfoggio di una lingua viva, ironica, ricca di coloriture lessicali e gergali, che si sostiene su un periodare breve, veloce, minimalista nella punteggiatura per rinsaldare il patto narrativo con i lettori testimoni dell'impresa garibaldina.