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"I racconti in versi che compongono questo ipotetico e poetico diario di bordo, sono squarci-finestra sul fluire del tempo. Sono i definitivi appunti affilati di un osservatore appartato, abituato a spiare la terra da angoli angusti con l'intenzione di snidare, tra gli attimi in incessante mescolamento che scompongono il reale, microscopici segni di verità. Attraverso lo spicchio d'osservazione da cui Marco Bolla ci invita a origliare, che si stringe a volte per la rabbia e si allarga, altrimenti, per la meraviglia, scoviamo un paesaggio di cose e gesti che non fatichiamo a riconoscere come nostro." Dalla prefazione di Riccardo Calderara.