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Il saggio "Centralità ai margini", scritto dalla semiologa Maria Giulia Franco, descrive l'evoluzione identitaria della città di Palermo, mappata e scomposta nei suoi spazi, nei suoi molteplici linguaggi verbali e nelle sue rappresentazioni. L'autrice si sofferma sulla questione e sull'evoluzione del centro storico di Palermo, concentrandosi su tre quartieri: Cortile Cascino (immortalato dal sociologo triestino Danilo Dolci negli anni Cinquanta), l'Albergheria (con la zona multietnica di Ballarò) e il Capo (sede dello storico mercato popolare). Il centro storico di Palermo è caratterizzato da un forte divario fisico e socioeconomico con il resto della città. L'espansione verso le aree periferiche, i Piani Regolatori che si sono succeduti, le diverse lottizzazioni, lo sviluppo economico e l'aumento demografico sono stati la causa di un processo di trasformazione degli originari tessuti storico sociali all'insegna della marginalizzazione morfologica e socioeconomica del centro storico.