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L'immagine che più rimane di questo maestro e degli irrisolvibili conati del suo insegnamento è quella di una lavagna nera in attesa di un segno. Ogni tentativo di lasciare una traccia sull'ardesia silente, infatti, si inceppa, forse per l'acuta percezione anticipata di quanto molesto sia, ad un orecchio in ascolto dell'assoluto, quel rumore di astuta e navigata efficienza. Quel non-suono, quella mutezza di fronte al compito, innescano, per reazione panica, il dispositivo della memoria e della fuga, e soggetto e oggetto si confondono: il docente diventa discente, il decente diventa indecente. Il nodo che doveva fogliare, maturo si ripiega, ripetutamente, a spirale, a coclea, a coltivare le sue fiorescenze interne fino al frutto ultimo della sua trasformazione.