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Il monologo, scritto nel 2003 per essere rappresentato, racconta una delle tante, tristi vicende, legate alla guerra civile che seguì l'occupazione nazi-fascista di Bologna, durante la seconda guerra mondiale, con l'intento di ricordare fatti che si vogliono dimenticare per il solo gusto di cambiare la storia in funzione politica. E non considerando che le morti non hanno età né padroni, ma camminano con gli occhi vivi della memoria.