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"Dall'inizio dei tempi la gente si pietrifica, un po' ovunque. Non sempre l'irrigidimento implica una variazione di formato. Nella "Genesi" la moglie di Lot diventa una statua di sale per essersi girata indietro e aver spalancato gli occhi sulla pioggia di zolfo e di fuoco che distruggeva Sodoma e Gomorra. Molti antichi greci sono stati trasformati in rocce per aver osato fissare gli occhi affocati di Medusa, aver visto Artemide fare il bagno o spiato Dioniso durante un incontro amoroso, o per essersi vantati imprudentemente dei propri figli. In altri casi i pietrificati diventano montagne, come i troll norvegesi che si lasciano sorprendere dai raggi del sole, o le cime del Latemar, ex bambole sottratte in questo modo ai capricci di una bambina, o il re straniero cattivo e guerrafondaio rinchiuso nelle rocce della val di Fanes. In Sardegna la gigantessa Luxia, ricchissima ma molto avara, rifiuta l'elemosina a un povero frate e Dio muta in pietra lei e i suoi averi. Bisogna dire a tutti questi esseri pietrificati che non sono soli. Che ci sono uomini e donne sulle montagne. Alcuni induriti dal rancore e dalla solitudine, altri assopiti in un sonno amaro che non dà riposo, altri trasportati dalla follia di un'idea o di una passione. Nelle notti d'inverno, nelle sere d'estate, il gigante disteso in t'la nudda, le belle dormienti, i troll, le streghe e i maghi, i re cattivi e persino le bambole fanno un sogno. Sognano, perché non sono morti ancora o forse è proprio dalla morte che arrivano le loro visioni."