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"Con una intensa e dolce lettera al padre Giorgio, Francesca Boari si spoglia nuda come l'onda che frange lo scoglio. In una scrittura vera (e dunque poetica), densa di riferimenti alla letteratura classica, alla religione, alla filosofia, trova strumento essenziale di riflessione e dialogo aperto con chi non è più qui: per poter continuare a vivere adesso, nella mancanza, il lunghissimo brivido di ciò che chiamiamo Tempo e che chiamiamo Vita. Sia che le nuvole salgano e discendano dal sole o tremino le foglie. In attesa di meglio capire. Forse. Un giorno." (Paolo Brunelli)