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"Correndo a piedi nudi sopra i versi scarni e duri di Paolo Mansanti si rischia l'inciampo dell'incanto. Come se davvero al poeta fosse data l'ultima voce, per svelare il niente su cui le nostre inutili corse, gli affanni sciocchi dei giorni che ritornano sempre nel loro uguale, siano destinati ad avvicendarsi, nella solitudine estrema dei nostri percorsi. (...) Ed ecco allora che, nel terreno creativo di Paolo Mansanti (come se persino le parole avessero perso da un tempo indefinito la forza dell'annuncio), ritroviamo, attraverso lo sforzo di raggiungere la patria del vero linguaggio, l'immediatezza pura e insieme profondità lacerante della poesia". (Dalla Prefazione di Francesca Boari).