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In un contesto filosofico spesso sottovalutato come quello calabrese dell'Ottocento, la figura di Pietro Ardito rappresenta una delle voci meno note e a un tempo più originali e profonde. Nella sua opera più importante, Artista e Critico, egli si sforza di pervenire a una revisione dell'estetica in cui pulsano la riflessione del teorico, la pratica dell'artista e il giudizio del critico. Un manuale nel quale Ardito ha avuto il merito non solo di elencare nelle questioni controverse i vari pareri, ma anche di pesarne le ragioni assumendo posizioni anche estreme. Sulle idee di Ardito e in generale sulla sua opera più conosciuta pesa ancora oggi l'autorevole giudizio di Francesco Fiorentino, legato per tutta la vita allo studioso da amicizia vera e profonda: «Artista e Critico è diviso in tre parti: Estetica, Arte e Critica... La forma di questo libro è piana, lucida, castigata; il contenuto ne è serio, pensato e rivela nell'autore un lungo ed attento studio sulla nostra letteratura, non scompagnato da quello delle letterature straniere».