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Graniglia mobile si snoda tra i lungarni pisani e le rambla della spagnola Alicante, tra nostalgie e ritorni. Come ogni giallo che si rispetti c'è un omicidio, ma anche molto altro. C'è Stefano, in primis, un avvocato civilista che nella vita ha messo la ragione al posto del cuore (o almeno ci prova); c'è Nadia, sua moglie, e c'è Chiara, la moglie di Carlo, dottore lucchese. E ci sono le due città: Pisa, mai nominata ma sempre sullo sfondo, a rappresentare il presente, e Alicante: il passato. Tra amministratori di condominio versiliesi, sicari rumeni, vecchietti che si arrabbiano per una maglia della Fiorentina, corse e rincorse, cellulari spenti, riflessioni sull'avvocatura e sulla vita che poteva essere e non è, si dipinge un affresco di struggente ironia e accettazione delle debolezze e delle mancanze, proprie e altrui.