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Lenny Blavatsky ha lunghi capelli bisunti, il sorriso incartato e la superbia gratuita. Di notte si arrampica sui muri antichissimi della città vecchia e vuole essere seguito. Vuole essere guardato. Lenny Blavatsky fa schifo. Gesticola e intanto si accartoccia sulla propria miseria. La sua fronte è imperlata di sudore. Lenny Blavatsky scompare, poi ritorna. Spesso nei momenti meno opportuni. Nell'oscurità la sua faccia cala come un secchio in un pozzo. Forse l'unico modo per liberarsi di lui è ammettere di trovarsi nel luogo sbagliato. Reg Mastice ci accompagna lungo un brutto sogno. L'importante è rimanere svegli.