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Di cosa potrà mai raccontare un libro che si intitola "In viaggio con Gianni, Celati"?. Di viaggi, ovviamente, come fa da secoli la letteratura, del resto. Ma nel libro non ci sono soltanto viaggi progettati, sconsigliati o abortiti, c'è anche la storia di una trasformazione: un viaggio che diventa diario il quale a sua volta diventa un racconto di viaggi. E vi si trova, soprattutto, il resoconto di un tentativo: si parte con una meta e se ne raggiunge un'altra. La propria il libro la trova nella descrizione di «località parzialmente attraenti», in pagine animate da una scrittura comica e stralunata. Quel tentativo - di viaggio e di diario insieme - si rivela dunque un sereno fallimento. Volente o nolente, Morelli si fa qui allievo di Beckett: «Ce ne fossero di fallimenti così, di fallimenti così bisogna andar fieri». Appunto.