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Emanuele Pellegrino, un professore universitario di filosofia, ha un appuntamento a Bologna con un collega. Decide di andarci in bicicletta, da Arese: oltre duecento chilometri di strada in meno di due giorni, una sfida stimolante. Presto però la fatica comincia a farsi sentire, insieme con un dolore sempre più intenso al ginocchio destro. Decide allora di fermarsi a Fidenza dove, stanco e zoppicante, prende una camera d'albergo e cerca conforto nel sonno. Un rumore improvviso lo sveglia di soprassalto: i carabinieri bussano alla sua porta e lo invitano a seguirli. È in arresto. Da qui la storia, o meglio il ricordo che ne ha il protagonista, si frammenta, fino a restituire una visione caleidoscopica della realtà o di quello che s'intende per essa. Che cosa accadrebbe se dovessimo scoprire che la vicenda non è stata vissuta, ma soltanto sognata? Ecco che l'autore ci guida, passo dopo passo, dalle acque sicure della vicenda narrata verso il mare aperto del dubbio, dell'illusione, mettendo in discussione e scardinando una per una le certezze del protagonista, e dell'uomo stesso.