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La poesia di Gianluca Baggio si colloca in quell'arduo confine-vera poesia di frontiera-in cui una parte della poesia contemporanea si ritrova, individuandone l'esclusività e la particolarità, il martirio e la solitudine, l'unicità di un avvio ancora simbolistico, ma per il nostro poeta si apre anche una finestra contraria nel senso di effusione comunicativa, di inclinazione verso un discorso che approssima la prosa, che non si avvale di sola e monodica verticalità lirica, ma si apre alla ricchezza dei contenuti e alle soste, al travaglio quotidiano, alle assenze della vita.