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Già la tragedia greca presentava sulla scena personaggi femminili dal forte temperamento, dal carattere nobile e fiero, capaci di gesti eroici e al contempo di quotidiana serenità, di materne tenerezze e di azioni terribili; donne allo stesso tempo amate e tormentate, accarezzate e maltrattate, ma sempre vittime della subalternità al potere maschile e della condizione di nascere donna. Il viaggio nel teatro classico inizia con la battuta che Euripide fa dire al casto Ippolito, tentato dalle avance della matrigna Fedra. Ippolito: "O Zeus, perché hai portato tra gli uomini questo ambiguo malanno, perché hai creato la donna?" (Euripide, Ippolito, 616 s.) e continua con l'amara consapevolezza sulla triste condizione femminile espressa da Creusa nello Ione di Euripide. Creusa: "La condizione delle donne nei confronti degli uomini è difficile. Siamo disprezzate anche se buone [...] Così sfortunate siamo nate!" (vv. 398-400). Gli autori di questa raccolta di testi per il teatro sono i primi cinque classificati del secondo "Concorso di scrittura per il teatro" bandito dall'Università degli Studi di Palermo, dal titolo "Donna, vittima perfetta". Con contributi di Licia A. Callari, Gianfranco Perriera e Pamela Villoresi.