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Un'Ofelia contemporanea, ispirata al personaggio shakespeariano, entra in scena in un giorno come tanti: le buste della spesa in mano, una conversazione telefonica con l'amica più cara, chiacchiere quotidiane sul vicinato e sul fidanzato, Amleto. Come tanti, però, Ofelia nasconde un disturbo invalidante, che mina la sua vita personale e quella lavorativa: soffre di bulimia e anoressia. E seguita da uno psicoterapeuta, il cui studio si alterna in scena all'appartamento di Ofelia, dove Amleto va a trovarla. Ma il finale pensato per lei dal Bardo viene ribaltato e, guardando a Jules Laforgue, si avvicina alla rinascita immaginata da Heiner Müller nel suo "Die Hamletmaschine". Un finale possibile solo passando attraverso una consapevolezza necessaria. "Ofelia in the Dog Days" non è soltanto un libro ma anche una campagna di sensibilizzazione. A completare il copione, infatti, ci sono le storie di ex pazienti di disturbi del comportamento alimentare e di donne e uomini che invece non ce l'hanno fatta. A queste si aggiungono i contributi di Stefano Tavilla (associazione "Mi Nutro di Vita"), Laura Dalla Ragione (consulente del ministero della Salute per i Dea e direttrice della Rete Disturbi del Comportamento Alimentare dell'Usi Umbria) e Maria Grazia Giannini (presidente di "Consult@noi", associazione di secondo livello che raggruppa associazioni di familiari ed ex pazienti). Anoressia, bulimia e disturbo da alimentazione incontrollata sono la seconda causa di morte delle adolescenti dopo gli incidenti stradali, riguardano anche i maschi (10%), colpiscono molti bambini (20%) e si manifestano anche in età adulta, per un dato complessivo che supera i tre milioni e mezzo di italiani. Prefazione di Stefano Tavilla.