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Con la sua aria proletaria e la sua duttilità postmoderna, l'Ape - o meglio la Lapa, il Tuk-Tuk, il Gua-Gua e gli altri cento nomignoli con cui è chiamata nel linguaggio popolare dei vari paesi del mondo - ha ottenuto un successo planetario che l'ha consacrata come l'unica via pop al traffico. Dietro la sua vivacità da dialetto, da oralità, c'è infatti una capacità tutta creola di rispondere alle sfide del futuro con soluzioni non banali che raccontano la storia di un diverso rapporto tra cultura e mobilità. Come testimoniano le immagini di Melo Minnella che ci portano da una struggente Sicilia in bianco e nero alla frenetica vitalità di paesi emergenti come l'India e l'Egitto, colti attraverso la vocazione meticcia di questo sorprendente veicolo a tre ruote. Così, quello che è stato uno straordinario multiuso casa-bottega che ha solcato e solca la nostra storia urbana e rurale, questo ibrido ancora incerto tra un carretto, un'auto e una moto, si rivela capace di mostrarci il quotidiano in presa diretta, offrendosi senza falsi pudori a uno sguardo che può essere giocoso senza per questo perdere la voglia di capire, di andare oltre la superficie delle cose. Per guardarci, insomma, come se i "primitivi", il primitivo oggetto dell'antropologia, fossimo noi.