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Fino ad allora abilissimo nello schivare le responsabilità, nello "sbagliare strada", un quarantenne scopre che sta per diventare padre. Lui, che è precario per testarda vocazione, si accontenta di supplenze e occasionali collaborazioni, di smontare e rimontare racconti e anche biciclette, delle quali è appassionato. Di fronte alla nascita della figlia ha una sorta di rivelazione che lo porta a smontare e rimontare la sua vita. Preso dall'incantamento accetta la presenza spiazzante della piccola. Non si capacita, ci mette tempo, la osserva come una specie di ricercatore assai dilettante, ne seziona gli umori e le conquiste, scopre quanto sia poco addomesticabile. Mentre racconta gli impacci esilaranti, le peripezie picaresche di lavori come quello da tour leader per giri ciclistici, tiene alla neonata deliranti quanto affettuose lezioni di logica, ragionamenti estatici quanto teneri sulla termodinamica, e scopre "un mondo popolato di oggetti a cui sorridere", un mondo in cui lui non era mai stato. Il quotidiano diventa straordinario, il mutamento di rotta e del destino che da sempre racconta la letteratura hanno qui accenti di comicità disorientata, come se l'arte di accudire una figlia e quella di scrivere custodissero lo stesso segreto, quello del principiante.