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"Come una messa a fuoco, diretta, innocente, innocua quasi nella sua estrema chiarezza, questa raccolta di poesie restituisce della sua autrice un ritratto vivente e fin troppo umano, quando viene sfiorata dalla nostalgia, o quando della fragilità e della finitezza del nostro essere ne fa una riflessione da portare al mondo. Là dove vivono gli altri. Anna Veraldi si interroga sul senso della vita, sulla propria vita, ma sente come l'obbligo di guardare al cielo, perché anche se ha inteso fissare la natura della propria ferita esistenziale, non può esimersi - lei amorevole compagna di viaggio dell'umanità - dal gettare lo sguardo accanto e al di sopra." Pasquale Allegro