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Lo spaccato di vita di una piccola comunità calabrese è raccontato con schiettezza e ironia, chiavi indispensabili per svelare i segreti dell'animo umano e parlare delle sue debolezze come delle sue virtù, allo scopo di avvicinarsi alla verità delle cose, per poi partire da lì. La storia, in un arco di tempo che parte dal primo dopoguerra e arriva fino a metà degli anni ottanta, con l'inquietudine dell'inesorabile epilogo della parabola vitale dei vecchi mestieri, vede protagonista un cestaio, Mastro Antonio, e i suoi amici, anch'essi cestai. Scenario del racconto è Borgo Casale, paesino arroccato sui monti presilani. Un ambiente bellissimo e aspro, tra lo scudo montuoso e lo specchio delle acque del mar Ionio, che delinea per i casalesi il confine del mondo, dove si affacciano fantasmi di briganti evocati dalle storie dei vecchi, quasi rivendicati come nuovi possibili salvatori.