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Adriano, giornalista di un piccolo quotidiano, è continuamente assillato dal suicidio del padre, il professor Norberto Pecci. Dalla Spagna, il collega "abusivo" Gustavo gli racconta di un'altra morte, apparentemente lontana mille miglia dal suo mondo sia per la vittima sia per le modalità dell'uccisione (il cuore sventrato da un machete, le mani amputate, il mignolo troncato di netto e inghiottito dall'oscurità). Adriano sente inspiegabilmente che quella fine può illuminare l'inizio della sua comprensione. Con l'avallo del "fumoso" direttore del giornale in cui lavora, si fa voce, suo malgrado, di un lungo rosario di morte che si sgrana sotto la sua penna. Nelle more della cantilena infernale, ecco Celeste con il suo carico di entusiasmante vitalità e con una gruccia su cui appendere la comprensione di quei delitti: un quadro raffigurante un uccello stilizzato, ad ali spiegate, le cui estremità sono dita conficcate nelle varie nazioni del planisfero. Sarà una scoperta dolorosa che potrà gettare lumi anche sulla morte del padre di Adriano. A patto, però, di trovare il coraggio di "andare a vedere". A reggere le fila, del bene come del male, ci saranno... le dita del Comandante.