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Giovanna III regnò più del marito, più della figlia Giovanna IV e più dei figliastri, Alfonso e Federico, e del nipote Ferrandino. Fu lei la seconda moglie del cugino Ferrante d'Aragona di Napoli, prelevata a Barcellona dal figlio Alfonso, costretto a sposarla e ad incoronarla per il padre prima di salpare. Quando poi il Re vide la sua Regina, il cuore gli si spezzò. Giovanna era bella, giovane e battagliera. A soli venti anni era già Luogotenente Generale al comando delle truppe del padre e tale restò anche come Regina di Napoli durante le assenze dei sovrani, sempre impegnati a combattere il Papa e i baroni ribelli. Cariteo, Sannazzaro, Ruggiero de Pacienza e molti altri furono i poeti che cantarono le lodi i questa donna di ferro, l'unica che restò sempre al comando, che pianse continuamente i morti né ebbe soggezione dei vivi come San Francesco da Paola. La ristrutturazione di Castelnuovo, la quadreria, i codici miniati e la presenza a corte di maestri giardinieri come Pacello da Mercogliano, a realizzare ville, giardini e giochi d'acqua nei siti di Poggioreale, della Duchesca e del Paradiso, sono la garanzia che il Rinascimento fu vivo in una Napoli più legata a Firenze.