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Pubblicato nel 1961 e da allora letto e riletto da almeno tre generazioni, "Cavalcare la tigre" di Julius Evola è anzitutto una pietra di paragone, un fuoco di sbarramento che può attraversare solo chi ha giurato vendetta alla modernità ma, per una ragione o per un'altra, non è intenzionato ad abbandonarla, vedendo nel nichilismo anzitutto una sfida, una prova capace di rivelare un sistema di valori che non è né di ieri né di domani, appartenendo al mondo dell'Eterno. Ma cosa rimane dell'uomo differenziato, ora che la modernità si è estinta, cedendo il posto alla post-modernità? I saggi raccolti in questo libro - uno studio esaustivo dedicato a uno dei libri più importanti di Evola, nonché esperimento intergenerazionale - provano a offrire una risposta, muovendosi in orizzonti nuovi e antichi al tempo stesso. Sempre con lo stesso proposito: cavalcare la tigre della modernità e della post-modernità per accedere a frutti non facilmente attingibili in altre epoche, risvegliare un Sole occulto nella Mezzanotte della storia, al culmine ipogeo del nostro ciclo, costringendo l'orizzonte del nichilismo europeo a sfociare nella trascendenza. Introduzione di Maurizio Murelli.