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Una lettera aperta di riflessione filosofica e politica sui cambiamenti che stanno scuotendo il mare nostrum. L'autrice affronta un viaggio nel Mediterraneo raccontando la storia di questo mare, culla della società cosiddetta occidentale, chiuso e per questo necessariamente creatore di una società aperta, e lo fa attraverso le voci di intellettuali che narrano il proprio punto di vista, spesso sospesi fra identità plurali. Dallo studio comparato delle due sponde del "mare bianco di mezzo" per gli Arabi, della distesa di acqua salata dai tanti nomi e significati per i Greci e del mare nostrum per i Romani, emerge un sistema di corrispondenze tra religioni, sulla concezione della famiglia e della donna, sulla tavola, sulle città. Il Mediterraneo è un mosaico di diversità che costituiscono la sua stessa ricchezza e identità. Il dialogo e la ricchezza delle differenze sono l'unica garanzia di pace, strumento per uno sviluppo sostenibile economicamente e culturalmente, prima che valore morale. Il libro ospita, tra gli altri, contributi dello scrittore marocchino Mohamed Berrada, dello scrittore egiziano Muhammad Aladdin, del giornalista algerino Mohamed-Chérif Lachichi, del giornalista e romanziere egiziano Ezzat al Kamhawi, dello scrittore greco Petros Markaris, del giornalista, scrittore e poeta siriano Mouhamad Dibo e della scrittrice libanese Leyla Khalil.