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Mi appassiona il viaggio avviato da Cristina De Vita e Silvana Pasanisi tra i centri storici lucani. Non panorami né cartoline sul silenzioso abbandono, ma ritagli di porte e dettagli accompagnati da versi avvolti in un ermetismo metafisico. Quando la pittura scoprì l'arte povera si avvalse di questi stessi supporti, per raccontare un mondo minore che rinviava alla cultura antropologica e a un mondo che sempre più veniva scartato dai tempi moderni. I condomini delle città ma anche dei nuovi quartieri facevano ricorso agli anticorodal e ai supporti di acciaio smaltato, mentre l'antico si poggiava sul legname. (Introduzione di Raffaele Nigro).